Sì, Facebook è tutto questo, mette in contatto persone che abitano anche da una parte all’altra del mondo, dà la possibilità a chiunque di dare una sbirciatina – anche se non si è del tutto convinti – e per di più l’iscrizione è gratuita. A dire il vero anch’io sono stato tirato dentro così... per l’insistenza di un’amica, ma poi mi ha preso la mano. Si entra nel vortice delle conoscenze e delle innumerevoli applicazioni e, da un momento all’altro non si ha scampo. Ci sono tante possibilità di produrre dati. Post, messaggi di stato, poke. A volte questi sono messaggi criptici che solo alcuni possono decifrare, altre solo rumore. Altre volte sono pensieri più profondi e più personali, che aprono delle finestre su personalità e realtà che non sospettavo. Scopro che colleghi e amici che vedo tutti i giorni hanno una vita privata ingarbugliata e relazioni complicate. Mi immergo in un rumore di fondo che mi fa pensare a quanto poco ci conosciamo e a quanto, in fondo, a tanta gente va di raccontare i propri stati d’animo, come si sente. E capita di imparare a conoscere una persona più sulla rete di quanto non accada nella vita quotidiana. Curiosamente, quando ho lasciato un paio di post che potevano essere interpretati come segnale di un problema, ho ricevuto mail, sms e telefonate di amici e semi-sconosciuti che si domandavano se potevano fare qualcosa per me. La chiave del fenomeno è certamente l’amicizia ma questo social network ha comunque un risvolto psicologico. Soddisfa forse un bisogno di rapporti umani che sono sempre più complessi nella vita reale? Il grande successo sta tutto nei numeri,
lunedì 13 ottobre 2008
Saremo tutti Facebook addicted?!
In un modo o nell’altro, Facebook ha cambiato la mia vita sociale. Permettendomi di ritrovare ex compagni di classe, vecchi amori e amici ormai persi di vista. Ma anche di fare nuove amicizie e rinsaldare quelle già in atto. Perché no, anche contattare personaggi pubblici o il tuo Dj preferito. Da quando sono iscritto a Facebook ho molti più amici ma un po’ meno vita sociale face to face. C'è chi si è iscritto al gruppo “Vorrei andare a vedere una mostra, ma non trovo nessuno con cui andarci” o qualcosa del genere. Accade che una ragazza ha detto “ci vengo io” ed ecco qui che due internauti sconosciuti sono usciti dal cyberspazio e sono diventati due persone in carne ed ossa che vanno a vedere una mostra insieme. Il pericolo è che ‘vivere’ telematicamente, quando assume una forma troppo estraniante, può indurre una certa pigrizia alla frequentazione offline. Esiste il pericolo che incontrarsi dal vero diventi tutto sommato superfluo, perché il bisogno di socializzazione è in qualche modo soddisfatto.
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