martedì 30 dicembre 2008
domenica 21 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
Tevere in piena
Il pericolo per la piena del Tevere mette in allarme la protezione civile anche se per la serata ritiene che il fiume non esonderà, mentre in città l'Aniene è già straripato. "Si tratta di una piena controllata, prevista, monitorata", ha spiegato il vicecapo della Protezione civile Bernardo de' Bernardinis, ricordando comunque che quella di oggi è per il Tevere la terza piena più significativa dal dopoguerra a oggi. "Quello che affronteremo stanotte è un'ulteriore crescita del livello, verso le 3 di notte avremo il colmo della piena, ma il fiume resterà negli argini, che esca dai muraglioni è uno scenario mai pensato", ha aggiunto. Il sindaco della capitale Gianni Alemanno ha chiesto lo stato di emergenza, poi ha aggiunto che "la situazione è sotto controllo, c'è solo un rischio di rigurgito delle fogne che però è monitorato".Molti detriti portati dalla piena sono andati a scontrarsi con i barconi ancorati lungo le sponde del Tevere.
...poi sganciatisi dagli ormeggi andandosi a incastrare sotto le arcate di alcuni ponti.
...anche a Ponte Sant'Angelo.
Un altro barcone schiantato sul ponte.
Centinaia di persone che vivono vicino al fiume sono state costrette a evacuare la zona, secondo quanto riferito da Agostino Miozzo, capo della Protezione civile che monitora il livello del fiume. Molti invece sono accorsi sul lungotevere per vedere di persona lo svolgersi degli eventi.
Di fatto a Roma questo è l'inverno più freddo degli ultimi dieci anni.
sabato 29 novembre 2008
Nati Digitali
sabato 22 novembre 2008
Addio a Sandro Curzi
Durante la consueta lezione di Editoria Multimediale alle prime ore del mattino abbiamo appreso della morte di Sandro Curzi all'età di 78 anni dopo una lunga malattia. La notizia ci ha spinto ha creare un coccodrillo e a tralasciare per il momento il progetto tv mia. Per cui ogni studente cerca di lasciare il proprio contributo personale per poi riorganizzare tutti insieme i contenuti per elaborare un unico pezzo da postare in questa sede. Una studente proveniente dalla Colombia, Liliana, ha preferito scegliere un argomento di cronaca più vicino ai suoi interessi.Ecco gli articoli:
sabato 15 novembre 2008
Obama & Queen Elizabeth II
venerdì 14 novembre 2008
www.Obama.blogspot.com
- Obama è il primo presidente di colore (Federica G.) della storia degli Stati Uniti d'America.
- La costruzione della sua candidatura nasce dal basso (Fabiola) come esempio di democrazia e cambiamento (Arianna), infatti il cambio di rotta (Maria Laura B.) ha avuto una parte fondamentale nella costruzione della comunicazione, ed è per questo che ha vinto l'idea che si potesse realizzare il cambiamento (Maria Laura P.).
- Si è imposto alle primarie (Emmanuele) grazie al web (Federica G.) (web protagonista) (Martina), come dimostrano i dati pubblicati da Nielsen//NetRatings, sbaragliando la concorrenza di Hillary Clinton e John Edwards, ma anche al contributo dei giovani (Alessandra), che lo hanno sentito come uno di loro (Matteo), come dimostrano una ricerca condotta sull'utilizzo del web in base alle fasce di età (Federica M.).
- La vincente politica 2.0 (Emmanuele) di Obama è frutto almeno in parte del sapiente uso che ha saputo fare dei nuovi media, mutando il rapporto tra pubblico e informazione, e superando la TV come ruolo leader (Silvia), come dimostra il suo video spot-documentario, ma anche i quotidiani (Federica M.).
- Obama come prodotto del mercato web (Sonia), definito Presidende.com (Erika) grazie al massiccio e sistematico uso dei social network, quali facebook (Angela), myspace (Federica M.), youtube, linked (Caterina), iTunes, Twitter (Federica M.), Flickr (Federica M.), ma anche degli sponsor nei videogiochi (Emmanuele), della posta elettronica (Emmanuele) e di contenuti speciali dell'iPhone (Angela).
- Cercare il nome di Barack Obama su Google (Federica M.) vuol dire trovare informazioni nelle 95.300.000 pagine, su google video cliccare 148.000 link e su YouTube vedere 430.000 filmati, con l'utilizzo del web ha anche raccolto i fondi (Erika) per la sua campagna elettorale.
sabato 8 novembre 2008
Politica 2.0: il successo di Obama anche col supporto del web
La vittoria di Obama è dovuta almeno in parte al sapiente uso che ha saputo fare dei nuovi media. Qualcosa è cambiato nel modo di realizzare una campagna di comunicazione con finalità politiche, forse è anche perché a cambiare per primo è stato il rapporto tra pubblico e informazione, sormontando
sabato 1 novembre 2008
sabato 25 ottobre 2008
Il futuro non è più quello di una volta...
In un mondo tecnocratico, dai ritmi frenetici a volte si trova anche il tempo per manifestare. In Italia gli studenti sono nove milioni, quelli che protestano solo poche migliaia. Certo, manifestare è un diritto di tutti e guai a chi lo tocca, ma... in questo caso chi protesta blocca il futuro di chi vuole studiare, laurearsi e lavorare, questo non è un esercizio di democrazia, ma di prepotenza. Viene da dire che il Sessantotto è ormai lontano, non ci sono più i presupposti culturali perché ormai la società è cambiata. Molti manifestanti non sanno nemmeno il perché della protesta, lo fanno solo per spirito di aggregazione e molti non hanno nemmeno letto la riforma della ministra Gelmini (qui il link per chi vuole saperne di più). Credo che, come me, molti pensino a studiare per crearsi un futuro piuttosto che lasciarsi strumentalizzare per mere ragioni politiche. Il futuro... sui muri di Milano capita di leggere una scritta:
"Il futuro non è più quello di una volta", recita in bilico fra l'ironico e il depresso. Negli anni Sessanta, e tutto sommato anche nei Settanta, "futuro" voleva dire altri mondi davvero possibili (altri pianeti da esplorare - magari abitati, o perlomeno abitabili - e altro pianeta Terra, cambiato in meglio). Non era follia neppure pensare che per vederlo, quel futuro, sarebbe bastato qualche decennio. Oggi matura l'idea che sulla Terra ci sia più fratellanza fra i popoli, più democrazia, più libertà, più uguaglianza fra uomo e donna. Niente più razzismo. Insomma, un mondo in cui ci si renda conto che siamo tutti su una piccola parte di mondo, che ci conviene imparare a convivere e a rispettare la natura. Credo che la mia sia l'ultima generazione ad avere memoria dei grandi eventi, le prossime avranno a che fare solo con una smodata quantità di fatti e una percezione sempre più frammentaria del futuro. Il mondo visto dai trentenni, a partire dal lavoro, oggi è tutto così: intermittente, per accessi, per esperienze. In più, si erode il futuro dei genitori, le loro pensioni, e rimandiamo in eterno il nostro. Viviamo low cost non tanto e non solo per risparmiare, ma perché tendiamo a fruizioni provvisorie. Con i mobili Ikea, perché fra un anno chissà dove saremo. A una certa età, diventeremo patetici postadolescenti preinvecchiati.Piergiorgio Odifreddi pens
a che gli occidentali siano attratti dalle nuove tecnologie: "Ce le immaginiamo sempre più mischiate con il fisico umano. Anche i film ci mostrano un mondo di intelligenze artificiali e realtà virtuali. Ed è un poco un'illusione. In realtà, secondo me gli occidentali non si aspettano più nulla: ricevono passivamente quel che offre loro la pubblicità e basta. La malattia del nostro mondo è proprio questa". Così c'è necessità di una rivoluzione individualista, in cui conti il cittadino e non più la famiglia. Tanto per essere concreti? Che il governo investa in scuola e università. Certi domani, non si smette mai di desiderarli.domenica 19 ottobre 2008
sabato 18 ottobre 2008
Al(l')italia(na)...
lunedì 13 ottobre 2008
Saremo tutti Facebook addicted?!
In un modo o nell’altro, Facebook ha cambiato la mia vita sociale. Permettendomi di ritrovare ex compagni di classe, vecchi amori e amici ormai persi di vista. Ma anche di fare nuove amicizie e rinsaldare quelle già in atto. Perché no, anche contattare personaggi pubblici o il tuo Dj preferito. Da quando sono iscritto a Facebook ho molti più amici ma un po’ meno vita sociale face to face. C'è chi si è iscritto al gruppo “Vorrei andare a vedere una mostra, ma non trovo nessuno con cui andarci” o qualcosa del genere. Accade che una ragazza ha detto “ci vengo io” ed ecco qui che due internauti sconosciuti sono usciti dal cyberspazio e sono diventati due persone in carne ed ossa che vanno a vedere una mostra insieme. Il pericolo è che ‘vivere’ telematicamente, quando assume una forma troppo estraniante, può indurre una certa pigrizia alla frequentazione offline. Esiste il pericolo che incontrarsi dal vero diventi tutto sommato superfluo, perché il bisogno di socializzazione è in qualche modo soddisfatto.Sì, Facebook è tutto questo, mette in contatto persone che abitano anche da una parte all’altra del mondo, dà la possibilità a chiunque di dare una sbirciatina – anche se non si è del tutto convinti – e per di più l’iscrizione è gratuita. A dire il vero anch’io sono stato tirato dentro così... per l’insistenza di un’amica, ma poi mi ha preso la mano. Si entra nel vortice delle conoscenze e delle innumerevoli applicazioni e, da un momento all’altro non si ha scampo. Ci sono tante possibilità di produrre dati. Post, messaggi di stato, poke. A volte questi sono messaggi criptici che solo alcuni possono decifrare, altre solo rumore. Altre volte sono pensieri più profondi e più personali, che aprono delle finestre su personalità e realtà che non sospettavo. Scopro che colleghi e amici che vedo tutti i giorni hanno una vita privata ingarbugliata e relazioni complicate. Mi immergo in un rumore di fondo che mi fa pensare a quanto poco ci conosciamo e a quanto, in fondo, a tanta gente va di raccontare i propri stati d’animo, come si sente. E capita di imparare a conoscere una persona più sulla rete di quanto non accada nella vita quotidiana. Curiosamente, quando ho lasciato un paio di post che potevano essere interpretati come segnale di un problema, ho ricevuto mail, sms e telefonate di amici e semi-sconosciuti che si domandavano se potevano fare qualcosa per me. La chiave del fenomeno è certamente l’amicizia ma questo social network ha comunque un risvolto psicologico. Soddisfa forse un bisogno di rapporti umani che sono sempre più complessi nella vita reale? Il grande successo sta tutto nei numeri,


